10.10.08


Solo loro sapevano quanto pesava l'uomo che amavano alla follia, e che forse le amava, ma che avevano dovuto continuar ad allevare fino all'ultimo respiro, dandogli da poppare, cambiandogli i pannolini imbrattati, distraendolo con trucchetti da madre per attenuargli il terrore di uscire la mattina a guardare in faccia la realtà. E tuttavia, quando lo vedevano uscire da casa istigato da loro stesse a fare a pezzi il mondo allora erano loro a ritrovarsi con il terrore che l'uomo non tornasse più. Questa era la vita. L'amore, ammesso che ci fosse, era una cosa a parte: un'altra vita.

L'amore ai tempi del colera
di Gabriel Garcia Marquez

 

20.7.08

19.7.08

Il corpo dell'altro

        CORPO    Ogni pensiero, ogni emozione, ogni interesse suscitato nel soggetto amoroso       
        dal corpo amato.

        1.    Il suo corpo era diviso: da una parte, il corpo vero e proprio - la sua pelle, i suoi occhi - tenero, caldo, e, dall'altra, la sua voce, breve, rattenuta, soggetti ad eccessi di lontananza, la sua voce, che non dava ciò che dava il suo corpo. O anche: da un parte, il suo corpo morbido, tiepido, languido al punto giusto, con una sottile peluria, fintamente goffo, e, dall'altra, la sua voce - la voce, sempre la voce - sonora, nitida, mondana, ecc.


        2.    A volte, un'idea balena nella mia mente: mi metto a scrutare lungamente il corpo amato (come il narratore davanti al corpo di Albertine). Scrutare vuol dire frugare: io frugo il corpo dell'altro, come se volessi vedere cosa c'è dentro, come se la causa meccanica del mio desiderio si trovasse nel corpo antagonista (sono come quei bambini che smontano una sveglia per sapere che cos'è il tempo). Questa operazione viene condotta in maniera fredda e stupida; sono calmo, attento, come se fossi davanti ad uno strano insetto di cui improvvisamente non ho più paura. Certe parti del corpo sono particolarmente adatte a questa osservazione: le ciglia, le unghie, l'attaccatura dei capelli, gli oggetti molto particolari. E' evidente che in quel momento io sto focalizzando un morto. La prova è data dal fatto che, se il corpo che sto scrutando si scuote dalla sua inerzia, se si mette a fare qualcosa, il mio desiderio cambia; se, per esempio, vedo l'altro pensare, il mio desiderio cessa di essere perverso e ridiventa immaginario: io ritorno a un'Immagine, a un Tutto: io amo di nuovo.

(Io guardavo tutto del suo volto, del suo corpo, con distacco: le sue ciglia, l'unghia del suo alluce, la sottigliezza delle sue sopracciglia, delle sue labbra, il colore di smalto dei suoi occhi, un certo neo, un certo modo di tenere le dita fumando; ero affascinato - dato che, alla fin fine, la fascinazione non è altro che il punto estremo del distacco -  da quella specie di statuina colorata, smaltata, vetrificata, nella quale potevo leggere, senza capirci nulla, la causa del mio desiderio).


Frammenti di un discorso amoroso
di Roland Barthes


22.6.08

20.6.08

Up patriots to arms!

La fantasia dei popoli che è giunta fino a noi 
non viene dalle stelle... 
alla riscossa stupidi che i fiumi sono in piena 
potete stare a galla. 
E non è colpa mia se esistono carnefici 
se esiste l'imbecillità 
se le panchine sono piene di gente che sta male. 
Up patriots to arms, Engagez-Vous 
la musica contemporanea, mi butta giù
L'ayatollah Khomeini per molti è santità 
abocchi sempre all'amo 
le barricate in piazza le fai per conto della borghesia 
che crea falsi miti di progresso 
Chi vi credete che noi siamo, per i capelli che portiamo, 
noi siamo delle lucciole che stanno nelle tenebre. 

L'Impero della musica è giunto fino a noi 
carico di menzogne 
mandiamoli in pensione i direttori artistici 
gli addetti alla cultura... 
e non è colpa mia se esistono spettacoli 
e con fumi e raggi laser 
se le pedane sono piene 
di scemi che si muovono. 

Franco Battiato



18.6.08

La lanterna magica di Picasso

Tutti gli occhi di una donna giuocati sul medesimo quadro
I lineamenti dell'essere amato braccato dal destino sotto il fiore immobile d'una sordida carta da parati
L'erba bianca del delitto in una foresta di sedie
Un mendicante di cartone sventrato su un tavolo di marmo
Le ceneri d'un sigaro sulla banchina di una stazione
Il ritratto d'un ritratto
Il mistero d'un bambino
L'innegabile splendore d'una credenza di cucina
La bellezza immediata d'uno straccio nel vento
Il folle terrore della trappola nello sguardo d'un uccello
L'assurdo nitrire d'un cavallo scucito
La musica impossibile delle mule coi sonagli
Il toro messo a morte incoronato di cappelli
la gamba mai uguale d'una rossa che dorme e il grande capolino dei suoi guai da nulla
Il moto perpetuo colto al volo con la mano
L'immensa statua di pietra d'un grano di sale marino
La gioia d'ogni giorno il dubbio sulla morte e il ferro dell'amore nella piaga d'un sorriso
la stella più lontana del cagnòlo più mite
E salato su un vento il tenero gusto del pane
La linea della felicità perduta ritrovata spezzata e raddrizzata addobbata con i cenci azzurri della necessità
La strabiliante apparizione di un chicco d'uva passa sopra un dolce di riso
Un uomo in una bettola che ammazza a bicchierate la nostalgia del paese
E il fulgore accecante d'un pacco di candele
Una finestra sul mare aperta come un'ostrica
Lo zoccolo d'un cavallo il piede scalzo d'un ombrello

[...]

Le idee pietrificate davanti alla meravigliosa indifferenza d'un mondo appassionato
D'un mondo ritrovato
D'un modo indiscutibile e inspiegato
D'un mondo che non ha imparato a vivere ma che è pieno di gioia di vivere
D'un mondo astemio e sbronzo
D'un mondo triste e lieto
Tenero e crudele
Reale e surreale
Terrificante e buffo
Notturno e diurno
Solito ed insolito
Bellissimo.

da Paroles,
Jacques Prévert


15.6.08